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Questa antica varietà diuva deve le sue originiai Greci,iquali importarono net territorio Campano la varietà "vitis Apicia" e sembra che le prime viti furono piantate in località Lapio. Il nome Apicia deriverebbe dal tipico profumo e dalla dolcezza delfrutto che attira sciamidiapi nelle vigne,successivamente venne cambiato con Apinia poi Afia na per arrivare in seguito aldefinitivo  Fiano.
La diff usione del Fiano non solo in Irpinia, ma in parecchie altre zone dell'Italia meridionale è documentata sin dal Xlii secolo,con l'Imperatore Federico Il di Svevia, nei cui registri reali si rinviene l'ordine diacquisto ditre sa lme (equivalenti a 78 litri) di Fiano destinato alla sua corte pugliese. Lo stesso Carlo Il d'Angiò fece spedire da Cava deiTirrenialla sua tenuta reale di Manfredonia circa 16000 viti. La tradizione vuole che a sa lvare la coltivazione delvitigno (unita mente all'Aglianico ed al Greco) da lle orde    barbariche dopo la caduta dell'impero Romano,    furono    i    padri    benedettini    del    Santuario    di Montevergine, i quali impiantarono le coltivazioni delle viti nel clima più mite dell'A bbazia di Loreto,costruita a valle. Lì ancora oggi,al Fiano è dedicato unfazzoletto di terra esposto a sud ovest. Venendo alla storia più recente,il Fiano ris ulta sin dalla prima edizione del Bollettino Ampelografico nel 1875 quando la produzione arrivò a supera re il milione di ettolitri, così importante da incoraggiare la costruzione della prima ferrovia locale, non a caso chiamata la "ferrovia del vino''

 

Guido Marsella Fiano di Avellino

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